sensi di colpa: comprenderli

Schiavi e vittime del senso di colpa lo siamo quasi tutti, chi più chi meno. Si tratta di una sensazione che per alcuni è difficile da scacciare e che può arrivare a condizionare sia il nostro umore che le nostre azioni, alla lunga anche le nostre scelte di vita.

Ciascuno di noi ha una sua particolare sensibilità e probabilmente tende a sentirsi in colpa per un certo tipo di situazioni, ma la sensazione generale la conosciamo tutti.

Ma come potrebbero essere utili i sensi di colpa?

1. Riconoscere gli effetti materiali o emotivi delle proprie azioni
2. Valutare le azioni proprie che hanno causato il danno
3. Dirigere un’attenzione centrata sull’altro e riconoscerne il vissuto negativo (rabbia, delusione, dolore…)
4. Sperimentare dispiacere empatico
5. Il proprio sentire empatico spinge verso la riparazione e, se necessario, il cambiamento di una condotta che causa sistematicamente dolore.

Il provare un autentico dispiacere spinge alla riparazione. Alla sua base c’è la consapevolezza, l’empatia e l’attenzione centrata sull’altro. Lo stesso senso di colpa potrebbe subentrare e giocare un ruolo funzionale.
Il senso di colpa, infatti, è visto negativamente solo se orienta eccessivamente al passato e si cronicizza impedendo un’evoluzione. In caso di un torto inflitto, il senso di colpa è considerata un’emozione positiva in quando predispone al cambiamento e alla riparazione.

In pratica, il dispiacere empatico predispone all’azione amorevole verso il prossimo!
I sensi di colpa “inutili” li trovi invece nelle scuse o nei “mi dispiace” non associati all’empatia che sono da considerarsi manipolatori. Esempio: “Ti chiedo scusa e dico che mi dispiace solo perché voglio portarmi questa situazione alle spalle e scaricare un peso solo per stare meglio e/o perché non ho voglia di discutere, di ascoltarti o capire…“. In questo caso i sensi di colpa sono inutili!

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