il coraggio di essere vulnerabili

Nel profondo tessuto della storia umana c’è un dolore antico e atavico che riguarda la femminilità.

Un dolore che ha radici lontane e che si è trasformato nel tempo, ma che ancora risuona nelle anime di molte donne.

È un dolore legato all’amore, alla perdita, all’abbandono e alla lotta per l’affermazione in un mondo che spesso non riconosce il loro vero valore.

 

Ma oggi, siamo in un momento di svolta.

Gli uomini sono chiamati a essere coraggiosi, non nel senso tradizionale del termine, ma nel coraggio di imparare ad amare veramente, di aprirsi, di essere vulnerabili, di riconoscere e valorizzare il divino nel femminile.
E le donne, altrettanto coraggiose, sono invitate a chiudere con il passato. È tempo di riaprirsi con nuova fiducia all’amore, di tornare ad essere dee coraggiose che accolgono dei, di mettersi in gioco, di smettere di avere paura dell’abbandono e della solitudine.

Questo percorso non è semplice. Significa attraversare il tunnel del dolore, affrontare le proprie ombre, i propri demoni. Ma c’è una promessa luminosa all’orizzonte: scoprire che sei un essere divino e meraviglioso. E quando emergi da quel tunnel, la luce sarà straordinaria. Non perché hai trovato qualcun altro, ma perché hai trovato te stessa/o.

In questo viaggio, non siamo soli. Come dee e dei, siamo chiamati a sostenere l’un l’altro, a crescere insieme, a costruire relazioni basate sulla fiducia, il rispetto e un amore che sa di divino. È un cammino che richiede coraggio, ma il premio è una vita piena di amore, luce, e una felicità autentica.

Riconoscere il dolore atavico del femminile e il bisogno di coraggio nel maschile non è un segno di debolezza, ma di forza. È il primo passo verso una trasformazione profonda, sia personale che collettiva. Quando uomini e donne si incontrano su questo terreno sacro, con vulnerabilità e coraggio, si apre la possibilità di un amore vero, profondo e trasformativo.

Un amore che non solo guarisce le ferite del passato, ma illumina il futuro con speranza e bellezza.

testo di Mariella Calcagno